Il messaggio del Vescovo alla Comunità: “Nel cuore della prova è presente sempre qualcosa di buono”

15 Maggio 2021

Orazio Francesco Piazza
Vescovo di Sessa Aurunca

Carissimi Fratelli e Sorelle,
il perdurare di questo percorso di vita in un’esperienza che offre varie prospettive di valutazione e di sereno affidamento alla provvidenzialità di Dio, trino ed unico, si caratterizza ancor più per la consolazione dell’affetto ecclesiale e della preghiera, quale via privilegiata per sostenere e accompagnare nella fiducia. Non posso tralasciare la straordinaria ricchezza che deriva dalla innumerevole varietà di messaggi e dalla condivisione della comune esperienza con tante persone e famiglie che hanno vissuto o stanno vivendo la prova del contagio Covid. Sembra che si vada costituendo una Comunità nella Comunità. Quasi una famiglia di quanti sentono di poter, almeno attraverso il sostegno della parola, non solo rendersi presenti, quanto dare consistenza e qualità umana, familiare, ecclesiale ad una prova che in nessun modo può essere definita semplice e valutata superficialmente. Si vede e si tocca con mano che condividere difficoltà, sofferenze, prove, fragilità, o lo stesso rischio della vita, generi quel terreno fecondo su cui si radicano e maturano nuove sensibilità personali, valori essenziali da condividere e, soprattutto, la straordinaria presenza di ogni persona che, proprio nella prova, sboccia in tutta la singolare e irriducibile bellezza e ricchezza. Sul terreno della fragilità, dell’incertezza e del rischio, con lo sguardo sapienziale del cuore che si radica nella fiducia del dono della Grazia e la consolante presenza amicale e solidale di tanti, matura la saggia consapevolezza che dona alla vita il suo nuovo inizio. Nel cuore della prova è presente sempre qualcosa di buono, ricorda il mistico Teofane il Recluso. Personalmente, ma sento di poterlo condividere con la Comunità degli ammalati e di quanti, in vario modo, hanno vissuto questa dura prova, posso evidenziare che in tutti avviene un ricentramento della vita sull’essenziale, su ciò che veramente merita attenzione e impegno. Ci si accorge che molte situazioni, personali e sociali, non meritano lo spreco di energie che invece vanno orientate in scelte che saranno mostrate come vere nei frutti che producono. Per questo mi sento di dire: guardiamo a ciò che ci viene donato, in ogni condizione e forma, e non solo a quello che sembra che ci venga sottratto. Lasciamo crescere in noi, a partire da questa esperienza, quel senso dell’umano che ci fa amare la Comunità, ci rende sensibili e attenti alla condizione di ogni membro di questo corpo: soprattutto se segnato da fragilità e bisogni. È apparso a tutti evidente che da soli si cade nell’isolamento fisico e spirituale, personale e sociale. È talmente prezioso questo corpo sociale che nessuna energia deve essere orientata a danneggiarlo più che a sostenerlo e irrobustirlo. Il clima diffuso di autoreferenzialità, spesso supponente, aveva costruito pretese personali individualistiche, vuote e inconsistenti: terreno su cui sono maturate forme aggressive che hanno lacerato e reso ancor più debole il corpo sociale. Ognuno, come persona, deve riscoprirsi come realtà che vive e si realizza nelle relazioni; ognuno, in vario modo, ha bisogno di buone relazioni che aiutano a qualificare la vita e orientarla in modo opportuno e saggio. Cari Fratelli e Sorelle, vivo il perdurare di questo momento di prova come speranza di nuovo inizio per tutti di una rinnovata sensibilità comunitaria in cui tutte le energie sono necessarie e preziose per dare consistenza e valore ad ogni Persona, nella Comunità. Chiedo al Signore Gesù, nostra unica speranza, e alla Madre nostra Maria la Grazia per riscoprire il senso dell’appartenenza e il bisogno del Noi comunitario: via maestra attraverso cui sensibilità solidali e responsabili si trasformano in carità sociale e vera cura dell’umano. Oggi, più che mai, ne abbiamo tutti grande bisogno.

Sessa Aurunca, 15 maggio 2021

+ Orazio Francesco Piazza

 

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