Sessa Aurunca Sette ed. 09 marzo 2014



Convegno diocesano di Azione Cattolica “La Famiglia segno di Speranza”
di Luca Caiazzo Nel primo pomeriggio di sabato 22 febbraio, presso il salone parrocchiale di San Rufino in Mondragone, si è tenuto il convegno diocesano dell’Azione Cattolica dal titolo “La Famiglia segno di Speranza”. Ha introdotto l’inizio dei lavori il presidente diocesano di Ac Mario Di Fusco che ha portato anche la sua esperienza personale di famiglia e di famiglia impegnata nella comunità ecclesiale secondo lo stile proprio dell’Azione cattolica. L’analisi sulla dispersione familiare nel territorio è stata affrontata da un professionista nel settore, la dott.ssa Marfisa Varone assistente sociale specialista del Comune di Mondragone. La dott.ssa Varone oltre a riportare i dati e i numeri, ha affrontato la dinamica sul territorio della diocesi , che è fortemente segnato da un tessuto sociale vario e pluralista (anche riguardo a matrimonio concordatario e  civile, o misto). Nel 2009 ad esempio si è avuto un calo delle celebrazioni del matrimonio sia in Diocesi (gli sposati nella nostra diocesi sono 23.379 su un totale di 68.619 abitanti) che nel resto d’Italia. Nel 2011 vi è stato un aumento del 15 %, l’età media di chi sceglie di sposarsi è alta e la durata media dei matrimoni dalla trascrizione civile è di 15 anni per i separati, 18 anni per chi divorzia. La dott.ssa Varone riportando i dati ha anche comunicato la sua esperienza professionale di assistente sociale presso il comune di Mondragone, comunicando le difficoltà reali che vive la famiglia nel nostro territorio, che escludendo la crisi economica e la mancanza di lavoro, ormai diventata esperienza comune e quotidiana per tutti, e per tutto il Paese, vive problematiche impegnative e che sono anche la causa di quella che viene chiamata “dispersione familiare”, citandone gli esempi più comuni quali l’aumento dello spaccio di stupefacenti e conseguenti tossicodipendenze che mettono troppo spesso a rischio anche i minori. L’assistente unitario di Azione Cattolica, don Lorenzo Langella ha invece riportato la  sintesi del laboratorio pastorale sulla famiglia, in risposta al questionario del Pontifico Consiglio, in vista del prossimo Sinodo : “ Le sfide pastorali sulla famiglia, nel contesto della nuova evangelizzazione” , e in particolar modo sull’attività dell’Azione Cattolica in questo campo e nel Settore, perché la famiglia è nel cuore della Chiesa, con l’intento di far  “rete” per portare non solo le giuste innovazioni in campo familiare ma anche le giuste assistenze (non solo pastorali) che merita la famiglia, cellula preziosa ed essenziale  della società. Molto particolare è stato l’intervento di una coppia di sposi: Stefano e Rita Sereni coordinatori nazionali dell’Area Famiglia e Vita di Azione Cattolica. Con il loro linguaggio “vissuto” e attraverso le esperienze e i rompicapo che ci hanno proposto, lontani da rigorismi, i coniugi Sereni hanno dato una visione d’insieme al processo educativo per eccellenza che si svolge in famiglia. Hanno affermato, riportando anche le parole del Progetto Formativo “Il Concilio ci ha insegnato a considerare i genitori primi maestri della fede dei loro figli e ad attribuire alla loro azione educativa il compito di far intuire per primi la bellezza di una vita aperta al mistero di Dio.” Difatti alla coppia di Terni, è stata affidata la tematica della “Famiglia come Speranza della società” e non solo come ammortizzatore sociale, o come entità astratta della società che non vuole più riconoscersi  “famiglia”, proprio perché spesso le relazioni familiari di provenienza sono fallimentari e legate a “cattivi ricordi, cattivi esempi”. La Chiesa deve stare “al passo” con la Famiglia e mostrarle tutta la vicinanza e il sostegno che in questo tempo può dare. In particolar modo, Stefano ha esordito chiarendo che troppo spesso la famiglia si disgrega esclusivamente per questioni materiali ed economiche, peraltro ha detto “Smettiamola, con quell’affermazione di generazioni senza speranza, senza futuro”. Perché la Famiglia è la Speranza ed il futuro accessibile ed effettuale, la famiglia è l’unica entità che può sorreggere e apprezzare la realtà odierna. La Famiglia vive se è vissuta come piccola “Chiesa domestica”. I figli, è emerso dal convegno, debbono poter vedere nei genitori un esempio di vita, che nell’educazione mettono anima e cuore, per ispirare buone azioni da proporre al mondo. In un’unica parola : Testimoni. Evadendo da quella sindrome di subalternità del cristiano, perché il cristiano e la famiglia cristiana devono contraddistinguersi per la gioia dello stare insieme e del vivere la vita in comunione. Ancora Rita, ha affrontato l’ aspetto dell’educazione all’affettività attraverso gli itinerari formativi proposti dall’associazione per tutti gli archi d’età. Importanti sono gli itinerari che accompagnano alla scelta del sacramento del matrimonio, soprattutto in un contesto culturale difficile come quello odierno. Ciò richiede un impegno particolare soprattutto verso i giovani per educarli all’amore, alla consapevolezza e alla passione per la loro scelta vocazionale. Attraverso la formazione, la compagnia e la solidarietà di amici che condividono gli stessi ideali, gli sposi e le famiglie devono poter sperimentare costantemente una Chiesa bella, accogliente, gioiosa, capace di ascolto e di condivisione, testimone di speranza per se stessa e per il mondo.  Il nostro Vescovo Mons. Orazio Francesco Piazza, nel suo intervento conclusivo ha mostrato gratitudine al laicato di Azione Cattolica che  mette “sul cumulo delle proprie fatiche quotidiane anche l’esperienza ecclesiale e l’impegno a vivere da cristiani”, il nostro Vescovo, che è stato dal 1998 alla nomina episcopale l’Assistente Unitario regionale di Azione Cattolica, ha particolarmente a cuore l’Ac e la Famiglia. Mons. Piazza ha infatti messo a fuoco l’attenzione sul “disorientamento familiare” , che precede la dispersione, tra le generazioni diverse. Nel suo intervento il Presule ha voluto esortare a mettere la teoria, la visione in pratica per fare esperienza concreta e reale della famiglia. La questione relazionale oggi  è di una certa delicatezza, “dunque il Principio delle modulazioni delle relazioni non è una teoria ma si fa esperienza”. Mancano, a dire del Vescovo, elementi fondativi, mancando coscienze preparate e lucide, prevalgono le coscienze autonomistiche, personalità che stanno insieme per convenienza, per motivi fiscali o per motivi di fragilità personale.  Per il Vescovo, oggi la famiglia ha bisogno si di testimoni, ma soprattutto di persone che sappiano provocare l’animo umano, esperti nelle domande di senso, e dunque persone che sappiano vivere controcorrente per formare relazioni del cuore. Il convegno è stato molto partecipato, folta la presenza ecclesiale di movimenti e associazioni, di sacerdoti, e di laici impegnati in Azione Cattolica e non. Assenti ingiustificati i sindaci e le altre autorità civili del territorio invitate dalla Azione Cattolica diocesana. Il rinnovamento e le coesioni della diversità diventano  effettuali a partire dalla famiglia, se vogliamo che la società viva buone relazioni e si interroghi sull’importanza della comunità che è il luogo dove si mettono insieme, in sistema l’affectus (legame, il vincolo)  e il munus (quello che si da, il dono reciproco). Il Vescovo ha terminato, donando una “ricetta della felicità per la famiglia” riportando le parole di San Paolo ai Romani (cfr 5, 1-5) “Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.  La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.”