Sessa Aurunca sette – ed. 18 maggio 2014

di Oreste D’Onodrio Erano proprio in tanti alla fiaccolata della solidarietà di venerdì 9 maggio, organizzata dalla diocesi aurunca, con in prima linea il Centro d’Ascolto “Madonna del Popolo”. Un corteo di oltre un migliaio di persone, soprattutto giovani, per dimostrare la propria solidarietà alle famiglie di sei giovani e due adulti che in poco più di un anno hanno deciso di sottrarsi alla vita. Un corteo silenzioso, aperto da un cartellone: “Senza carità si genera morte, solo l’amore riconsegna la vita”. Tre tappe, con altrettanti momenti di riflessione, “come le tre cadute di nostro Signore sotto la croce”, come ha sottolineato il vescovo Orazio Francesco Piazza. Prima di tutto la solitudine fisica e spirituale: quando soffriamo, siamo lasciati soli, non  troviamo una sponda affettiva. Poi, la crisi di lavoro che ci spinge al pessimismo perché non vediamo alcuna prospettiva. Ed ancora, il non volersi assumere responsabilità, non avere il coraggio di dire ai figli, ai giovani che una vita vissuta con superficialità non serve a nulla. “Ormai è una guerra sociale – ha sottolineato Piazza – in cui questi tre elementi ed altri portano alla morte sociale”. Il vescovo si è, poi, soffermato su tre sentieri da percorrere insieme che conducono ad affrontare diversamente la vita: ritrovare la qualità nelle relazioni e la coesione sociale; ritrovare la verità della vita ordinaria e quotidiana che presenta esperienze e vocaboli ormai cancellati, quali sofferenza, sacrifico, prova, dolore, sconfitta, per contrastare la cultura che porta ad una mentalità permissiva e trasgressiva; non perdere la speranza. “Dobbiamo ritrovare – ha aggiunto il vescovo – il gusto di stare insieme. Che brutto passare per le piazze vuote. Dove sono i giovani? Altrove. E proprio questo  “altrove”  mi spaventa, perché non si può stare con loro”. Ed ancora un appello a tutti, giovani, adulti, forze sociali e politiche, di impegnarsi insieme per cercare opportunità di soluzione ai tanti problemi umani, sociali, economici e spirituali del territorio. Il vescovo ha anche annunciato la nascita di Centri di Ascolto nelle quattro foranie, perché “si possano incrociare i tanti disagi che emergono dalla vita dei giovani. Non dobbiamo rassegnarci – è stata la conclusione – dobbiamo ritrovare le motivazioni e  vivere la bellezza di occasioni, in cui ci possiamo ritrovare insieme per dare grande speranza al nostro territorio. Con fiducia in alto ed in avanti”. Nei due precedenti momenti di riflessione, Giovanni Battista Abbate, dirigente dell’istituto scolastico “Agostino Nifo”, ha sottolineato che “la sofferenza è un atto di coraggio, che accomuna e rende uguali tutti gli esseri umani. Se non viene affrontata e considerata come compagna inevitabile di alcuni tratti del cammino della nostra vita, diventa disperazione. E la disperazione non ci permette di chiedere aiuto”. Mentre don Francesco Alfieri ha evidenziato che “la speranza è la grande assente nella nostra vita e se non troviamo un cuore solidale, è difficile dar vita ad un atteggiamento di speranza”.