Sessa Aurunca sette – ed. 01 giugno 2014

di Franceosco Alfieri * Dinanzi alla persistente e deleteria cultura del soggettivismo, in cui ogni uomo rischia di precipitare nell’abisso di una solitudine mortale, la chiesa è chiamata a seminare il vangelo della speranza e della condivisione. Il Vangelo diventa coinvolgente nella misura in cui l’altro diventa la parte migliore di me che si è dispersa nei grovigli di un ‘esistenza sempre più avvitata sull’emozionalismo e sul godimento del frammento come risorse per sopravvivere. Il Vangelo apre a ben altre prospettive. Non si tratta di navigare nei mari angusti di un benessere che mentre sta per partire, postula altri spazi per collocarvi qualche fugace e ingannevole sorso di vita. L’uomo nella sua struttura ontologica, come va ripentendo magistralmente il nostro Pastore Mons. Orazio Francesco Piazza, è costituito nella filosofia della relazione: naturalmente l’uomo dice relazione ad un altro, agli altri, alla storia, alle vicende dentro le quali sono racchiusi tutti i destini felici degli uomini. Contro la cultura dell’autoaffermazione e dell’autoreferenzialità la nostra chiesa locale fa la scelta della “compagnìa”, “cum panis”, vita condivisa e spezzata per il nutrimento delle solitudini dei fratelli. In questa ottica i presbiteri della diocesi di Sessa in questi giorni sono andati pellegrini al Santuario della  Madonna del Roseto in zona Solopaca. Un Santuario compreso nella piana telesina e alle pendici del monti taburni, per vivere una “in’tensa giornata di fraternità”. La nostra chiesa, in questo periodo storico di particolare portata ecclesiale ha scelto il rinnovamento ecclesiale a partire dal cambio dei parroci e dell’impostazione pastorale. infatti il Vescovo ha mostrato lungimiranza e apertura alle nuove prospettive di animazione, facendo ruotare intorno alla zona pastorale tutto il discorso dell’aggiornamento. Il Vescovo, non è arrivato ex abrupto a delineare e a scegliere nuovi cammini di evangelizzazione, ha premesso  una serie di articolati progetti, che, poi, naturalmente portavano nella direzione di un nuovo vissuto ecclesiale. La giornata di fraternità ci ha ristorati non solo fisicamente ma anche spiritualmente consentendo tra i presbiteri  una serie di comunicazioni e di  impressioni, che faranno da base alle nuove esperienze che andremo a costruire. Il Vescovo nello sua esortazione omiletica ha sostenuto la gioia di quanti hanno condiviso il nuovo cammino di chiesa e ha porto nel cuore di ognuno di noi quella spinta energetica per essere più incisivi nel nostro cammino evangelizzatore. * Vicario Generale