Sessa Aurunca sette – ed. 15 giugno 2014

di Luca Caiazzo Don Franco, don Paolo, don Osvaldo, don Nando, don Emilio. Sono i nuovi parroci, per la durata di nove anni (Can 522 C.J.C.) che domenica di Pentecoste, nel Santuario Maria SS. Incaldana hanno pronunciato, davanti al popolo di Dio che è in Mondragone, il loro “Fiat!”, ancora una volta, come quando furono loro imposte le mani. Pentecoste attorno a Maria, per formare un nuovo stato nascente di Chiesa. Vocazione esclusiva del sacerdote, chiamato a fare il parroco, é dare la vita. La propria vita per gli altri, secondo il disegno di Dio e le esigenze del tempo. Mons. Piazza é stato diretto e colloquiale, come lo é  nei momenti importanti e familiari che ha già vissuto in questi mesi con noi. Ha detto subito, salutando le autorità civili e militari, i fedeli e i familiari dei sacerdoti, che è urgente comprende che solo il tenerci stretti potrà salvarci attraverso una solidarietà vera. “Vi parlo a cuore aperto, le emozioni e preoccupazioni, le sofferenze e le attese nostre sono come quelle degli apostoli riuniti nel cenacolo.” Poi, sempre parlando a braccio, ha delineato due caratteristiche che saranno il segno distintivo del rinnovamento ecclesiale nell’Unità pastorale cittadina di Mondragone: per prima cosa la carità fraterna. Le urgenze sociali portano con convinzione ad essere sempre più una Chiesa testimone di carità.  “Il  mondo non trova pace, se non siamo uniti. Se la Chiesa non é unita” ha detto il vescovo con coraggio. In questo tempo intriso di soggettivismi e personalismo, arenati in un stato emotivo che ci porta ad una chiusura mentale verso l’altro, le parrocchie sono chiamate ad essere come “vasi comunicanti”. “Come il Padre ha mandato me, anche io ho mandato voi” (Gv 20,21). Non  avete più solo un parroco ma cinque”.  Ai laici, é affidata una vocazione speciale: siamo chiamati a vivere un impegno, frutto dello Spirito Santo. Quando il popolo di Dio, ammira che i sacerdoti si vogliono bene, frequentandosi si stimano e confrontano, il laicato matura la scelta comunitaria e il cammino insieme. La nostra Chiesa é chiamata a crescere, ai laici, ai religiosi ai sacerdoti, il Vescovo ha implorato il sostegno in questa missione. É davanti agli occhi di tutti, che Mons. Piazza in questi mesi é stato molto presente (più volte durante la settimana) nella forania, al fianco di questa realtà, molto spesso è da Mondragone che ha lanciato segnali buoni, pieni di speranza per l’intera diocesi. Ma ai laici, é affidata una missione relazionale essenziale per evitare tensioni, incomprensioni, antipatie e contrapposizioni. Il  progetto primario di mons. Franco Piazza tende alla comunione nella compagine ecclesiale per dare anche al tessuto sociale una degna coesione per affrontare le situazioni che quotidianamente ci fanno confrontare con realtà più grandi di noi. Il Progetto é partito dall’interno della Chiesa ed è la seconda caratteristica di questa svolta pastorale. Preti e fedeli insieme per la comunione, mai più una Chiesa divisa in se stessa. Allontaniamoci dall’idea erronea di vivere come “zone di proprietà privata” le nostre parrocchie. Le identità parrocchiale non sono cancellate, ma riunite per creare più forza. “Contro tante situazioni che ci addolorano, contro gli stili di vita intollerabili. Voglio una Chiesa unità, fratelli miei. Anche il Vescovo ha lasciato la sua Terra, la sua Chiesa locale e  ha seguito il Signore fin dove l’ha portato a vivere la sua missione”. Strappandoci un sorriso, tra le lacrime di gioia ha infine detto: “Ogni tanto fa bene traslocare, anche per rinnovare la casa e gettar via le cose vecchie.” É ovvio che sta nascendo una nuova interazione tra i sacerdoti. L’obiettivo é di comprendere i problemi sociali, per risolverli nello stile di Gesù. Gradualmente i parroci di Mondragone studieranno un progetto pastorale, insieme durante incontri di fraternità sacerdotale, magari a pranzo.   L’iter da seguire ha come punto di partenza la parrocchia, arrivando ai centri di pastorale fino alla curia che sta per essere riformata. Il credente, attivamente deve vivere la Chiesa per trasformare il tessuto sociale della città: da credenti a cittadini responsabili. L’entusiasmo apostolico chiesto ai preti é necessario anche per il cammino dei laici. L’ assemblea festosa rispondeva al Vescovo con il fragore di un applauso, quando le parole si facevano forti e la liturgia, curata nel dettaglio dai cerimonieri don Luciano Marotta e don Angelo Polito, attraverso i simboli  portava a riflettere il compito gravoso affidato al parroco. Significativa la promessa d’obbedienza al vescovo, dopo la Professio Fidei. La Diocesi attende da Mondragone,  una spinta verso la Nuova Evangelizzazione, partendo dall’Incaldana, che riunisce tutti nel vincolo materno di Maria. Più saranno grandi le difficoltà più dovremo dimostrare la grandezza dell’ amore che si porta nel cuore. Da cristiani responsabili ora tocca a noi, realizzare insieme ai nuovi parroci la comunione scaturita dalla Pentecoste.