La realtà Chiesa: progetto e operai La libera e personale adesione rende naturalmente membri attivi, collaboratori, costruttori, “secondo l’attività propria di ciascuno” (Ef 4,16) contribuendo alla crescita nella carità (AG 5). All’opera di Dio corrisponde la necessaria opera dell’uomo. Per questo, “i cristiani, avendo dei doni differenti, devono collaborare alla causa del Vangelo, ciascuno secondo le sue possibilità, i suoi mezzi, il suo carisma e il suo ministero” (1 Cor 3,10). Tutti, dunque, coloro che seminano e coloro che mietono, coloro che piantano e coloro che irrigano, devono formare una cosa sola, sicché…indirizzino in piena unanimità le loro forze alla edificazione della chiesa” (AG 28). Un progetto senza operai non si realizza… e, operai che non lavorano insieme o lavorano senza un progetto… lavorano a vuoto. Lavorare insieme ad un progetto consente di veder crescere l’opera! L’azione dell’uomo, in intima relazione con quella di Dio, è dunque necessaria perché la storia diventi salvifica. Ma, perché la storia umana diventi spazio dell’azione di Dio che salva, è decisivo che uomini fedeli ne facciano trasparire l’azione e risuonare la Parola. Il Concilio “ha presente perciò il mondo degli uomini ossia l’intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo, che è teatro della storia del genere umano e reca i segni degli sforzi suoi, delle sue sconfitte e delle sue vittorie, il mondo che i cristiani credono creato e conservato nell’esistenza dell’amore del Creatore, mondo certamente posto sotto la schiavitù del peccato, ma dal Cristo crocifisso e risorto, con la sconfitta del maligno, liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento” (GS 2). A questa molteplicità di realtà, per cui la Chiesa è sacramento di salvezza, il Concilio dà il nome di “mondo”. Un realtà piena di contraddizioni e sotto il segno della modificazione, della provvisorietà, delle lacerazioni, ma che in sé conserva i lineamenti e l’aspirazione del compimento. In questo mondo, così complesso, la Chiesa è progetto; “…lungi dal distogliere gli uomini dal compito di edificare il mondo, lungi dall’incitarli a disinteressarsi del bene dei propri simili, li impegna piuttosto a tutto ciò con un obbligo ancora più stringente. L’attività umana, invero, come deriva dall’uomo così è ordinata all’uomo.” (GS 34). Di questo cammino, la Chiesa, in ascolto, raccoglie le attese, ne svela la meta, si rende compagna di viaggio, ne condivide lo sforzo e tutto orienta per la piena realizzazione dell’uomo e del mondo: il Regno di Dio. “La Chiesa è in mezzo al mondo. Con la sua sola presenza essa pone in esso una inguaribile inquietudine.” (H. De Lubac, o.c., 121). Perenne testimonianza di quel Gesù che è venuto a scuotere i fondamenti della vita umana (Cf. R. Guardini, L’essenza del cristianesimo, Morcelliana, Brescia 1962). La Chiesa è dunque costituita “perché sia per tutti e per i singoli il sacramento visibile di questa unità salvifica… infatti…costituisce per tutta l’umanità un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza.” (LG 9). Ciò che la caratterizza non è solo la sua provenienza divina, la sua struttura teandrica, ma anche il suo scopo: la salvezza dell’umanità. Per sua natura rimanda alla grazia di Cristo che la vivifica e la conduce e che rende improponibile ogni possibile riduzione a semplice realtà storica. E’ signum levatum: è penetrazione nella storia da parte del divino e, al contempo, elevazione di questo mondo alle realtà eterne (Cf. M. Scheeben, I misteri del cristianesimo). E’ il filo di Arianna, la traccia della speranza, nel labirinto della storia. “Nella sua voce che invita gli uomini ad entrare in questa comunità, risuona l’appello del Signore ad inserirsi nella vita che si svolge in questa e con questa comunità, nell’ordinamento che Cristo stesso le ha conferito e che essa ha concretato nello svolgersi della storia” (O. Semmelroth, Il nuovo popolo di Dio, in MS, VII, Queriniana, Brescia 1972, 403). Rende sensibilmente percepibile e comunicabile la grazia della salvezza; “in essa, suo corpo e sua sposa, Cristo rimane presente nel mondo e nella sua storia definitiva, come impegno storico e d escatologico preso da Dio verso il mondo… La Chiesa come realtà storica e sociale, è sempre definitivamente il segno con cui sempre e indissolubilmente viene dato ciò che esso significa” (K. Rahner, Chiesa e sacramenti, Morcelliana, Brescia 1965, 20-21). Non è solo il segno della pienezza, ne è il pegno.
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