IV Giornata Mondiale dei Poveri.

Il messaggio del Vescovo Orazio Francesco Piazza

Mi ha sempre impressionato la frase che Gesù diceva nel Vangelo «I poveri li avrete sempre con voi» (Mt 26, 11) quasi a ricordarci che non finirà mai il tempo di doverci occupare delle fragilità e delle povertà che ci circondano. Quasi a dire a tutti noi l’importanza di avere gli occhi capaci di riconoscere le povertà, non solo materiali ma anche spirituali, la capacità di saper andare incontro, facendo sacrifici di persona.

Il bene non lo si fa semplicemente privandosi del superfluo ma quando costa sacrificio a noi stessi. Come si dice “ci togliamo dalla bocca un boccone” per poterlo dare a chi non ha nessuna possibilità di poter trovare alcun sostegno.

È una giornata molto importante che bussa alla nostra coscienza ed è una giornata che ci attiva non solo nelle istituzioni come Caritas parrocchiali diocesane, servizi di volontariato e di sostegno a chi vive povertà e fragilità oggi: è un momento in cui riflettiamo in modo particolare il contesto in cui il tempo della povertà e questa giornata vengono vissuti, il contesto della pandemia che sta mettendo in ginocchio tante famiglie, che sta rendendo ancora più difficile la posizione di ammalati ed anziani e che, certamente, fa crescere quelle condizioni di bisogno verso cui la nostra attenzione deve essere costante e mai dobbiamo abbandonare la nostra disponibilità, anzi, la nostra responsabilità.

Noi rispondiamo a Dio dei poveri che incrociamo nel nostro cammino. La nostra risposta di cristiani è innanzi tutto nel riconoscere Cristo nel povero che bussa alla nostra porta. Facciamo attenzione fratelli e sorelle carissimi, a non lasciare per strada nessuno che ci ha chiesto aiuto e anche quando non possiamo dare tanto possiamo dare anche un piccolo sorriso, uno sguardo, una piccola attenzione. Questo è anche un grande conforto che toglie dalla solitudine e fa sentire meno gravi i morsi di quella povertà che spesso portano anche alla disperazione.

Invochiamo il Signore in questo giorno, chiediamogli la grazia di tenere quella sua frase ben fissa nella nostra mente perché con attenzione, prudenza, responsabilità, e disponibilità possiamo riconoscerLo in chi ha fame, in chi ha sete, in chi è ammalato, in chi ha bisogno di cura, in chi è carcerato. In quelle opere di misericordia corporali e spirituali che ci richiamano al nostro essere stessi cristiani.

Affidiamo questo nostro impegno alla dolce cara Madre Maria che, con il suo aiuto, ci sostiene in una testimonianza serena ma autentica.

 

 

Il Vostro Vescovo

Orazio Francesco Piazza

 

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