Sessa Aurunca Sette ed. 16 febbraio 2014

di Amalia Vingione Una delle qualità, delle competenze e delle specificità dell’essere umano è sicuramente la legalità, che non deve essere intesa come la pedissequa accettazione di una norma o di una legge, ma come un sentire interno che, per sua natura, deve influire su ogni ambito: da quello relazionale a quello familiare, da quello locale a quello nazionale. Tradire questo concetto implica un abuso, che si insinua in tutti i contesti e a tutti i livelli della società. Per poter contrastare un diffuso atteggiamento di illegalità non bisogna trascurare l’informazione, la formazione e la pratica. Ed è quest’ultima che manca e non consente un’efficace lotta all’omologazione e il necessario accrescimento del senso di responsabilità. Nel contemporaneo contesto storico, in cui la crisi economica mina l’individuo in ogni suo riflesso interiore ed esteriore, è necessario mettere in atto comportamenti che, basati su veri valori morali e civili, creino una cortina salda contro le diverse e radicate forme di criminalità. Bisogna evitare che siano le organizzazioni criminali a sfruttare la crisi, facendo leva sui bisogni, sulle aspirazioni degli individui in svariati contesti sociali. Deve essere il cittadino onesto a scoprire il significato profondo del termine crisi: compiere una scelta e intraprendere con coraggio la via della normalità. Con l’appoggio delle istituzioni, in un’unione d’intenti, è urgente attuare i principi costituzionali di uguaglianza, di pari dignità e libertà. Se si perde di vista il concetto di libertà – che contraddistingue l’individuo come soggetto pensante e agente – ci si incammina in un orizzonte di disumanizzazione, perdendo ogni senso dell’umano e del valore sociale. È nel quotidiano che il padre di famiglia, il giovane, il rappresentante di un’istituzione compie delle scelte, agisce seguendo un orientamento coerente, il cui connotato etico deve diventare un modello di vita spontaneo e condiviso. Per fare questo è necessario prendere coscienza di avere una responsabilità morale, che sta alla base del vivere individuale e collettivo. Se nei processi economici, di costruzione delle filiere di un territorio e nei rapporti quotidiani si mantiene il rispetto ordinario delle regole, attraverso il superamento degli interessi personali in virtù del bene comune, si potranno contrastare efficacemente quelle sacche di criminalità che inquinano la società. Questo è quanto emerso nel convegno “Educare alla legalità, tra principi costituzionali e fondamenti etici”, organizzato dall’ISISS “Nifo” lo scorso 8 Febbraio, in cui hanno relazionato il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e il Vescovo di Sessa Aurunca Mons. Orazio Francesco Piazza. Tra i numerosi interventi anche quello del Sindaco di Sessa Aurunca Luigi Tommasino, che ha conferito il Premio Città di Sessa Aurunca al dott. Roberti e all’imprenditore Antonio Picascia per il comune impegno di lotta alla criminalità organizzata. Il contesto ha permesso di conferire alla studentessa Allegra Ingenito la borsa di studio in memoria del dott. Giuseppe Mascolo, vittima della criminalità locale.