Sessa Aurunca Sette ed. 23 febbraio 2014

di Luca Caiazzo In un pomeriggio dal cielo limpido e sereno, ristorato dalla presenza del sole, dopo giorni di pioggia e freddo, domenica 16 febbraio la laboriosa comunità di San Rufino in Mondragone ha accolto il suo “primo parroco”  e Pastore Mons. Orazio Francesco Piazza, che ha fatto ingresso in Parrocchia dopo aver visitato gli estesi limiti parrocchiali, accompagnato dal parroco, nonché neo Vicario generale don Franco Alfieri. Prima di celebrare l’Eucaristia domenicale il Vescovo ha voluto incontrare il Consiglio Pastorale per conoscere da vicino e per guardare negli occhi coloro che in prima linea mettono anima e corpo al servizio di una comunità grande perché inserita in un contesto sociale ampio, segnato da tante risorse e innumerevoli problematiche, presenti infatti, i responsabili dei vari gruppi, della Caritas, della Cultura, (il Vescovo ha visitato e incoraggiato i volontari della Biblioteca parrocchiale) dei Giovani, della Catechesi, del Teatro, della Liturgia. Il Direttore del CP parrocchiale il Sig. Espedito Pio nel suo saluto a Mons. Piazza ha presentato sommariamente le attività parrocchiali e gli impegni da raggiungere nel futuro. Alla messa vespertina, presieduta per la prima volta dal nostro nuovo Vescovo, hanno partecipato più di 500 persone, solo una piccola parcella degli oltre 8.000 abitanti del territorio parrocchiale, formato da famiglie, giovani, anziani ed extracomunitari. Presente alla celebrazione anche il sacerdote che guida la comunità Greco-cattolica degli Ucraini: don Ihor. Calorosa l’entrata del Vescovo in Chiesa, per l’occasione si è riunita la grande corale parrocchiale che convoglia tutti i gruppi e tutte le fasce d’età, dai bambini agli anziani. Il vescovo ha approfittato dell’occasione per ringraziare pubblicamente il parroco don Franco, che in quasi 40 anni di parrocato a Mondragone, è riuscito a creare un’alchimia singolare, necessaria per la buona riuscita della progettualità parrocchiale e del quartiere, sconfinando in tutte le vicende sociali della Città attraverso il suo costante ed operoso donarsi. Nell’Omelia del Vescovo, che si è distinta per la fermezza delle parole e per l’entusiasmo, forte è stata l’esortazione a continuare su questa linea e a migliorare le relazioni. Ha detto il Vescovo, con tono forte ed espressivo: “riportate l’amicizia in Chiesa”, comunicando con gioia che in questa comunità parrocchiale c’è molto di buono, e di “lievitante” per la Diocesi intera. La comunità c’è per un servizio, non ha senso rinchiusa  in se stessa, è mandata ad una realtà più ampia, è capace di mostrare disponibilità per tutti, i quali possono dare un’adesione anche solo parziale. Ecco perché il Vescovo ha voluto dare preminenza anche all’incontro con il Consiglio Pastorale, perché attraverso l’impegno di molti si possano convogliare nel servizio tante altre persone, e altrettante nuove realtà. L’attenzione e la cura pastorale di gruppi di fedeli provenienti da diversi paesi, e da riti diversi pongono la comunità in un permanente dinamismo ecumenico animato dalla forza della Carità che trova accoglienza nella solidarietà tra i fedeli che sono immersi nella speranza di far rifiorire uno spirito nuovo di fraternità, partendo dalla propria famiglia ed estendendolo negli altri ambiti della vita sociale e civile. Il Teatro, la biblioteca, la mensa per i poveri, il catechismo, i Movimenti, il gruppo Giovani, le Famiglie e gli anziani. La parrocchia è diventata la casa aperta a tutti, dove per tutti le mille occasioni di incontro rispondono ad uno stile diverso da quello del mondo moderno che va alla ricerca di un senso e non trovandolo rischia di naufragare sulle pericolose sponde del qualunquismo e del “cosi fan tutti”. Tanti i frutti della comunità, donati all’intera cittadina: dagli anni 80 al 2002 “Il Grappolo d’Oro”, un festival canoro nato per sensibilizzare ai temi ambientali, le innumerevoli serate di “Estate insieme” che offrono accoglienza in una città rivierasca che manca di slancio turistico e di iniziative concrete, cosi la festa dell’Assunta con lo sbarco che risponde pienamente all’ esigenza spirituale dei turisti che accorrono da ogni parte per partecipare al suggestivo rito. L’invito di mons. Piazza a guardarci negli occhi, a ritrovare il sapore dello stare insieme, è stato per la comunità intera come un balsamo che lenisce le ferite, e risana le piaghe di quei rapporti umani che spesso non trovano accordo, ma che attraverso  la spinta verticale del Signore possono sempre migliorare e riprovare. Una comunità che è un faro per la Città, una famiglia parrocchiale in costante conversione, sull’esempio dell’ instancabile  tenacia del parroco e del suo patrono: “Rufinus episcopus vir eximiae sancitatis”.